Ecosistema

Pinne nobilis scomparse dai fondali di Giannutri, forse un parassita alieno

Una nacchera morta lunga circa 40 cm., foto scattata il 7 luglio (da Legambiente Arcipelago toscano)
Una nacchera morta lunga circa 40 cm., foto scattata il 7 luglio (da Legambiente Arcipelago toscano)
I grandi bivalvi sono tutti morti. Moria segnalata anche all’Elba, a sud di Montecristo e in molte aree del Mediterraneo. Il killer potrebbe essere un parassita alieno.

 

ISOLA DI GIANNUTRI (Gr) – Nei fondali di Giannutri, lì dove c’era un giardino di Pinna nobilis, la più grande conchiglia bivalve del Mediterraneo, oggi non c’è più nulla. A Cala Spalmatoio e a Cala Maestra le famose ‘nacchere’ sembrerebbero del tutto scomparse.

Come si apprende da una nota di Legambiente Arcipelago toscano, una prima segnalazione sulla moria anche all’isola d’Elba era arrivata ad aprile dalla Capitaneria di Porto di Portoferraio. In seguito pescatori e subacquei avevano segnalato una moria molto estesa di pinne nobilis nei fondali che circondano il remoto Scoglio d’Africa o Affrichella, a sud di Montecristo. A Giannutri sta quindi avvenendo quello che è già accaduto in altre zone d’Italia così come in Spagna, Francia e Grecia.

Come spiega il responsabile di Legambiente Arcipelago toscano per Giannutri, Emanuele Zendri «Da un anno all’altro la presenza di Pinna nobilis a Giannutri è drasticamente precipitata. Dove vivevano diversi esemplari di questo magnifico bivalve che può arrivare fino a un metro di lunghezza ne rimane solo uno morto».  Infatti anche le nacchere morte – a differenza degli altri luoghi dove è stata segnalata la moria – a Giannutri sembrano scomparse.

Il killer che starebbe decimando le nacchere – o gnacchere come vengono chiamate all’Isola d’Elba – sarebbe un parassita alieno, l’Haplosporidium pinnae, che è evidentemente riuscito a invadere il mare dell’Arcipelago Toscano tre anni dopo il suo arrivo nel Mediterraneo occidentale. La sua origine è sconosciuta, ma a facilitarne la rapida diffusione potrebbero aver contribuito il riscaldamento climatico e l’inquinamento.

«La Pinna nobilis è importantissima per la salute del mare – continua Zendri – perché contribuisce anche a ripulire l’acqua filtrando le particelle organiche. Numerose specie del benthos sessile (organismi marini, ndr) vivono sulle sue valve e altre vivono e si nutrono al suo interno. La nacchera è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat e nell’allegato II del protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona. E’ quindi protetta a livello internazionale. Per questo chiediamo ancora una volta che venga istituita l’Area Marina Protetta che Giannutri aspetta ormai da 37 anni. Al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano chiediamo di attivare un piano di monitoraggio per valutare il grado di scomparsa della Pinna nobilis dai fondali di Giannutri. Sarebbe utile prelevare gli esemplari morti per verificare se la morte è stata determinata da questo nuovo parassita, ma anche per capire se sopravvivono alcune popolazioni sane, che sarebbero motivo di speranza per la salvezza di una della specie simbolo del Mediterraneo».

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