Uno studio della Sant’Anna di Pisa ha individuato gli interventi più urgenti, dalla fitodepurazione a un sistema di canali per immettere acqua pulita. E adesso ci sono anche i soldi.
di Marcello Bartoli
LUCCA, PISA – E’ lo specchio lacustre più grande della Toscana ma da decenni il suo ecosistema è malato. Un inquinamento che mette a serio rischio la sopravvivenza della flora e della fauna. Adesso però per il lago di Massaciuccoli le cose dovrebbero cambiare in meglio: c’è un piano dettagliato con le azioni necessarie per farlo rinascere, e ci sono anche i soldi per i primi lavori.
Pochi giorni fa l’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli ha presentato lo studio scientifico commissionato all‘Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
«Un’analisi approfondita del lago, delle sue caratteristiche e dei problemi da risolvere, una base scientifica solida che ci permette di individuare gli interventi da eseguire per riqualificare l’ambiente e migliorare la qualità dell’acqua – spiega il presidente dell’Ente Parco Giovanni Maffei Cardellini.
Il lago da molto tempo convive con problemi di deficit idrico e torbidità, invasione di specie vegetali e animali non autoctone (come il famigerato gambero rosso), inquinamento da scarichi fognari non depurati e dai pesticidi usati in agricoltura.
Nel corso degli anni i vari enti coinvolti nella gestione del lago hanno eseguito dei lavori per contrastare il degrado ambientale. Adesso la novità è la creazione di un’unica cabina di regia formata da Regione Toscana, i Comuni di Massarosa, Viareggio e Vecchiano, le province di Pisa e Lucca, il Consorzio di Bonifica, l’Autorità di Bacino, l’Ente Parco, l’Arpat, che permetterà di agire tutti insieme e decidere le priorità per far rinascere l’ecosistema.
Ci sono già le risorse per i primi lavori: 18 milioni di euro stanziati dalla Regione Toscana, una parte dei quali saranno impiegati per il cosiddetto ‘tubino’, un canale superficiale che immetterà le acque del Serchio nel lago migliorandone così la salute. Tra gli interventi successivi i lavori per l‘ampliamento dell’impianto di fitodepurazione di San Niccolò che saranno fatti dal Consorzio di Bonifica con un finanziamento regionale di 2 milioni.
Le azioni previste
Lo studio suddivide il Lago e il Padule in bacini e sottobacini e per ognuno individua interventi specifici zona per zona. Si va da opere di fitodepurazione e riallagamento per contrastare l’eccesso di nutrienti e la mineralizzazione alla parziale ristrutturazione del sistema dei canali per immettere nel lago acqua pulita, fino al ripristino della coltura del riso biologico, una coltivazione storica per il lago e sostenibile per l’ecosistema.
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