Tra il 1987 e il 1990 furono smantellati 135 mila mq di eternit. I consiglieri: “Benefici pensionistici devono scattare subito, includere anche indotto e chi è già in pensione”.
PISTOIA – A tutti i lavoratori della Breda di Pistoia esposti all’amianto negli anni ’80 deve essere riconosciuto il diritto ai risarcimenti pensionistici. E la Regione Toscana deve subito farsi sentire con Inps e Governo.
E’ quanto chiedono i consiglieri regionali di Sì -Toscana a Sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori che hanno presentato una mozione su “una delle vicende più gravi di sempre legate al tema della sicurezza sul lavoro”.
La questione riguarda il periodo in cui venne smantellata la copertura dei capannoni: 135 mila metri quadrati di eternit rimossi tra il 1987 e il 1990.
“Negli ultimi cinque anni – dichiarano Sarti e Fattori – qualcosa è stato finalmente fatto, sia pure tardi, ma resta ancora tantissimo da fare. Solo una parte dei lavoratori esposti all’amianto tra il 1987 e il 1990 avrà i riconoscimenti pensionistici con certezza e in tempi brevi”.
Rimangono invece escluse, accusano i consiglieri, tre fasce di lavoratori. Per cominciare, circa la metà dei 170 operai che si sono visti certificare dall’Inps di Pistoia questo diritto è in attesa che l’Inps nazionale dia il benestare. Ma “nel frattempo a Roma si sono inventati un escamotage che rischia di congelare tutto per un periodo indeterminato: un preliminare monitoraggio a livello nazionale dei lavoratori esposti all’amianto. E quindi, quanto dovranno ancora aspettare quei lavoratori? Sicuramente per un tempo molto lungo, potenzialmente infinito”.
Un’altra fascia rimane addirittura esclusa del tutto ed è quella dei lavoratori dell’indotto, come gli addetti alle pulizie, anche loro esposti alle fibre killer per lunghi anni. L’esclusione, spiegano Sarti e Fattori, è dovuta all’interpretazione data dall’Inps del testo della legge 208 del 2015, che ha portato l’ente previdenziale a richiedere all’azienda dell’indotto Breda la certificazione del lavoro svolto e l’iscrizione nel registro delle aziende operanti nel settore del materiale ferroviario. Senza considerare che “molte ditte che operavano fra il 1987 e il 1990 all’interno della Breda oggi non esistono più, e nemmeno esistono più i loro archivi. L’Inps nazionale quindi chiede una certificazione impossibile da ottenere”.
E per finire restano esclusi dai benefici tutti gli ex lavoratori che ora sono in pensione, per quanto fossero ugualmente esposti alle fibre di amianto.
“Insomma, questa è una battaglia tutt’altro che conclusa”, continuano Sarti e Fattori, che pretendono “una vera opera di giustizia civile e sociale, anche se non potrà mai rimediare a quella strage silenziosa costata la vita, fino ad ora, ad oltre 130 operai, tutti lavoratori ex Breda che vennero utilizzati per smantellare 135 mila quadri di Eternit. Oggi non possiamo certo raccontare ai sopravvissuti e alle loro famiglie che è necessario aspettare un monitoraggio a livello nazionale”.
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