La salvaguardia del pianeta in cui viviamo inizia nella piazza sotto casa.
di Dario Boldrini
Toscana, provincia di Siena, Poggibonsi. All’interno dei progetti urbani innovativi si dà inizio nel 2014 a un cantiere – che si completerà nel 2020 – relativo al progetto per la riqualificazione della nuova piazza Mazzini a Poggibonsi.
Difficile poter credere che con 2 milioni e 350 mila euro si possa generare un disastro così grande, soprattutto in termini ambientali. L’amministrazione comunale ha inteso usare così male i finanziamenti europei, in nome del bene comune, che è riuscita a distruggere la principale piazza storica del centro urbano di Poggibonsi adornata, nell’immediato dopoguerra, dall’esimio figlio poggibonsese architetto Carlo Del Zanna, con le grandi aiuole verdi, la sua graziosa fontana e gli splendidi alberi tra cui 10 cedri del Libano, monumento ai caduti di Poggibonsi. Questo giardino era la vera porta di ingresso alla città dalla stazione ferroviaria e oggi, i caduti, sono proprio gli alberi del giardino pubblico.
Dopo più di 70 anni i suoi 35 grandi alberi, 4 ippocastani, 21 lecci, un corbezzolo monumento al tricolore abbracciato al cippo della Memoria ai Caduti e i monumentali cedri del Libano, avevano dato vita a un’isola ecologica, un habitat naturale per ben 15 specie di avifauna selvatica. Tutto annientato: memoria storica, vita vegetale e animale, nicchia di ecosistema spazzato via per 2 milioni e 350 mila euro di finanziamenti europei e sotto la veste di “riqualificazione” o “innovazione”.
L’informazione è uno strumento importante proprio perché, oltre alle immagini, utilizza la forza delle parole ma anche l’inganno che queste possono creare. Dietro queste virtuose parole che descrivono interventi di gestione dei beni comuni può celarsi l’incontrollato potere distruttivo verso gli elementi naturali e storici che rappresentano l’identità e la salubrità dell’ambiente in cui viviamo.
Oggi al posto di una piazza accogliente, ombreggiata, viva si è creato un vuoto urbano lastricato, con sofferenti piccoli nuovi alberi al posto di sani e storici esemplari già finiti in cenere nelle nostre stufe a pellet di casa. Come prevedibile, il microclima è cambiato in piazza Mazzini, il ghiaccio dell’ultimo inverno ha trasformato la discesa e gli scalini lastricati verso l’ingresso alla stazione ferroviaria in piste scivolose e pericolose, così è stato indispensabile mettere il segnale di pericolo ghiaccio e spargere sale.
Molte delle piantine di erbe coltivate messe nelle aiuole davanti alla stazione sono morte e incuranti si continua a porre travertino nella piazza, muretti a zig zag con geometrie variegate, panchine a forma di cuscino continuano a comparire come se si volesse arredare un salotto di design contemporaneo.
Stefano Deliperi, presidente del GRIGG (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus), sul sito della sua associazione in difesa dell’ambiente ha scritto: “Poggibonsi, odio verso gli alberi?… Dopo la soluzione finale arborea (…) evidentemente bisogna farla pagare anche a questi nuovi alberi“. Il riferimento è agli alberi tenuti abbandonati per molte settimane in cantiere, a terra, come fossero pancali di mattonelle.
Il dottor agronomo Francesco Zangari, che ha offerto gratuitamente la sua esperta collaborazione al comune di Poggibonsi nel tentativo, purtroppo non andato a buon fine, di migliorare il nuovo assetto del verde della piazza “riqualificata”, ha scritto: “Almeno quelli senza vaso li potevano sistemare meglio, coprirgli il pane con un po’ di terra per tenere la zolla umida. Lo spazio non gli mancava e lo scavatore nemmeno. Un albero, una panchina, un lampione, sembra non esserci differenza“.
Gli esagerati marciapiedi lastricati di 7 metri di larghezza, che hanno tolto utile spazio alla piazza nuova, sono pieni di escrementi dei cani, e presto sicuramente compariranno i relativi e inutili cartelli di divieto per cani e accompagnatori.
I passanti frettolosi guardano solo in terra per non pestare gli escrementi, per cercare di non scivolare e anche per non guardare la nuova piazza che è stata osannata per tanti meriti, tra cui anche quello di essere più sicura. Ecco che allora una nuova parola arriva a togliere verità e confutare la qualità dei progetti: sicurezza. Un albero o una piazza ricca di piante viene considerato un luogo insicuro, sporco, buio e questo basta per abbattere, lastricare, illuminare, video sorvegliare. La maggior sicurezza così diventa la minor salute e bellezza degli spazi che abitiamo.
Anche il merlo pioniere che abitava la piazza, che tanto sicuro dimorava fra i rami degli alberi, non è più tornato.
Arriva la primavera, che accende di bello tutto ciò che vegeta, ma non per piazza Mazzini in cui oltre ai ronzii, i cinguettii, le soste al fresco e i profumi dei fiori si è persa la bellezza dell’impulso vitale di questa stagione. Ed è una fortuna se l’estate tarderà ad arrivare per chi vive a Poggibonsi e la sua piazza, perché l’isola di calore che si è creata in piazza Mazzini dall’annientamento di tutti i suoi grandi alberi porterà all’innalzamento della temperatura anche di più di 4-5 gradi centigradi.
Allora è giusto scendere in piazza per ridurre di mezzo grado la temperatura globale, per la riduzione dell’inquinamento e promuovere azioni di salvaguardia, valore ecologico e rispetto dell’ambiente ma, e sottolineo ma, se abbiamo davvero a cuore il pianeta, incominciamo dalla temperatura delle nostre piazze, dal conservare con la massima cura gli esseri vegetali che da anni offrono qualità della vita.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove, insieme alla compagna Elisa, ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
Grazie di avere difeso la memoria della piazza Mazzini storica di Poggibonsi distrutta da amministratori comunali e regionali che ,invece di adoperarsi per conservare un habitat ecologico, piccolo polmone verde del centro urbano, contro la legge dello stesso stato italiano ,10/2013, tutela del verde urbano, l’hanno distrutta tagliando tutti i 35 grandi Alberi, le siepi e gli arbusti, sterminando 15 specie di uccelli, di cui anche specie protette, contro la legge della stessa regione toscana, 30/2015, tutela dei siti di riproduzione, riposo e vita di avifauna selvatica.
PS
Grazie di avere voluto pubblicare quello che ho scritto e le foto che ho inviato, grazie Dario Boldrini e grazie Toscana Chianti Ambiente, mi sono scordata che a Poggibonsi siamo in piena campagna elettorale e si è approfittato per strumentalizzare anche questo mio articolo , impossessandosene a scopo politico, destandosi improvvisamente da un profondo sonno….
Grazie, Sig. Boldrini, queste notizie sono sconfortanti, ma ci sentiamo meno soli. Uno scempio simile sta per avvenire a Lucca per il progetto “quartieri social” a San Concordio. Qui l’ottanta per cento dell’erba di un boschetto urbano e della quasi totalità di una grandissima aiuola verrà sostituito da asfalto, gomma e calcestre; decine di alberi piantati in origine per la loro biodiversità e rappresentativi di ambienti planiziali e collinari abbattuti. L’ombra sarà affidata a tettoie di metallo…Poco più avanti un grande parco pubblico sarà dimezzato per far posto a una scuola che, a parte ogni altra considerazione, poteva essere costruita in aree dismesse e in zone non già ampiamente servite da scuole. E’ un anno che i cittadini protestano e è un anno che il Comune fa finta i niente, ma suoi rappresentanti sono sempre in prima fila ai cortei in difesa della Natura.
Purtroppo la “politica ” non va d’accordo con le buone pratiche, giri di interessi, rivalità, mai che si collabori per davvero , c’è la lotta tra partiti e tra i personaggi dello stesso partito per emergere e nella divisione regna il malaffare.
Bisogna ripartire da insegnare ai bambini il vivere dentro la Natura , solo se conosci la Natura, la rispetti e la ami come te stessa perché ne fai parte, allora se i bambini vogliono anche i genitori imparano e cadono le facciate. Ripartiamo da zero, forse la Nostra Terra si salva. A Siena, 21 pomeriggio ore 17 e 30 il Prof Franco Tassi alla biblioteca comunale sarà nostro ospite per l’incontro pubblico ” scoprire, conoscere, abbracciare gli Alberi “, carissima Lia Pacinotti, ti aspettiamo, porta tante persone sensibili come te, il Mondo ha bisogno!, grazie a te e ancora a Dario Boldrini che la Natura la vive per davvero! Grazie! Donatella Mercatelli doname@valdelsa.net