Lipu, Wwf, Italia Nostra, GrIG e ISDE hanno presentato un esposto. Enrico Rossi: “Siamo tranquilli, interventi di pulizia e messa in sicurezza fatti a regola d’arte”.
di Gabriella Congedo
Contro gli sfalci e gli abbattimenti di vegetazione lungo i corsi d’acqua un gruppo di associazioni ambientaliste chiede l’intervento dell’autorità giudiziaria.
Lipu, Wwf, Italia Nostra, Gruppo d’intervento giuridico onlus e ISDE – Medici per l’Ambiente hanno presentato un esposto alle Procure toscane, ai Ministeri competenti e ai Carabinieri forestali nel quale si diffida la Regione dall’autorizzare gli enti delegati, come i Consorzi di bonifica e le amministrazioni provinciali, a procedere con il taglio o lo sfalcio di alberi e di altra vegetazione ripariale nel periodo riproduttivo dell’avifauna selvatica (marzo-luglio) e dall’effettuare qualsiasi attività non consentita dalla normativa nazionale e regionale.
Un tema, quello dei criteri con cui i consorzi di bonifica puliscono gli argini dei fiumi, che diventa particolarmente “caldo” in primavera . Se ne era parlato ampiamente il 5 aprile a Firenze al convegno “Fiumi e natura” organizzato da LIPU e Museo di Storia Naturale dell’Università. In quell’occasione ambientalisti e mondo accademico avevano concluso all’unisono che la gestione del rischio idraulico non può prescindere dalla tutela degli ecosistemi fluviali.
E invece, accusano le associazioni che hanno presentato il ricorso, negli ultimi anni gli interventi di manutenzione degli argini si sono fatti sempre più invasivi con il taglio indiscriminato di alberi, anche di alto fusto, e in totale spregio di normative e linee guida.
“Tali interventi – spiegano in una nota – sono condotti con macchinari che trinciano tutta la vegetazione e con essa qualsiasi forma di vita animale e vegetale, anche nelle epoche più delicate quali la nidificazione primaverile dell’avifauna. Per questo all’esposto è stato allegato il parere tecnico di ISPRA che sottolinea il pesante impatto sulla biodiversità di queste pratiche”. E fanno notare come dai censimenti ornitologici svolti in questi giorni sull’Arno a Firenze “nel tratto tra la passerella dell’Isolotto e l’Indiano non è stata rilevata la presenza della Gallinella d’acqua, dell’Usignolo di fiume e altre specie che tipicamente dovrebbero nidificare in questo habitat”.
“La Regione non teme alcun esposto – è la secca replica del presidente della Regione Enrico Rossi – perché tutti gli interventi di pulizia e messa in sicurezza di fiumi e corsi d’acqua minori vengono fatti a regola d’arte, anche dal punto di vista della tutela dell’habitat riproduttivo dell’avifauna”.
Quello che preoccuperebbe, prosegue Rossi, sarebbero piuttosto “gli esposti dei cittadini in caso di alluvioni provocate, o amplificate nei loro disastrosi effetti, dalla mancata pulizia degli alvei dei fiumi. Nessuna tentennamento quindi, la Regione continuerà a lavorare per la sicurezza dei cittadini e del territorio, compresa la sua fauna, convinta delle sue buone e forti ragioni”.
Quello che replica Enrico Rossi è una contraddizione sfacciata, come si può essere tranquilli che si procede ad opera d’arte quando si distrugge? Come si può tutelare l’habitat riproduttivo della fauna dei fiumi se si distruggono i fiumi stessi, sia entrandovi dentro con mezzi meccanici enormi che distruggono l’alveo del corso d’acqua e rasano a zero le sponde , cioè devastano tutto e uccidono flora e fauna e rendono invivibile proprio i luoghi che sono la loro casa ?
Se avesse un cane o un gatto agirebbe così a regola d’arte se facesse distruggere da quegli stessi mezzi meccanici di morte la cuccia del suo cane o del suo gatto?
Le persone che ci governano dovrebbero non essere così arroganti, dovrebbero avere la conoscenza delle ” cose del mondo” così da imparare a rispettarle e ad amarle