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Verni, l’antico borgo della Garfagnana riparte dalla seta

Foto Regione Toscana
Foto Regione Toscana
Filiera corta, albergo diffuso, rilancio della tradizionale lavorazione della seta. Questa la ricetta della nuova cooperativa di comunità per contrastare lo spopolamento.

 

VERNI (Lu) – Anche il paese di Verni, borgo medievale della Garfagnana di un centinaio di anime, ha scelto la formula della cooperativa di comunità per contrastare lo spopolamento e provare a rinascere. Quella tenuta a battesimo il 3 maggio dall’assessore regionale alla Presidenza Vittorio Bugli, la cooperativa della Torre Verni, è infatti una delle venticinque realtà in tutta la Toscana che la Regione ha deciso lo scorso dicembre di sostenere con un fondo complessivo di un milione e 200 mila euro per finanziare altrettanti progetti. Venticinque comunità distribuite in ventitré diversi Comuni e un po’ in tutte le province.

Quelle di comunità sono cooperative speciali, di cui fanno parte tutti gli abitanti (o quasi) di un borgo. Sono cittadini che hanno deciso di unirsi per creare opportunità di lavoro e servizi. Nel caso di Verni, a collaborare saranno addirittura due cooperative: quella del paese e quella del vicino comune di Fabbriche di Vergemoli. Si punta a recuperare le tradizioni del borgo, rendere i paesi più vivibili ma anche a sviluppare forme di economia locale capaci di creare reddito permettendo ai giovani che lo vorranno di rimanere a vivere dove sono nati.

E così ecco l’idea di puntare sulla filiera corta agricola e pastorale, fornire servizi ai turisti, puntare sulle escursioni, sviluppare anche forme di albergo diffuso, rilanciare la lavorazione della seta che è stata una storica produzione del territorio e magari reinvestire gli utili per offrire servizi a domicilio o di mobilità agli anziani del paese. Tutte idee messi in fila nella prima presentazione ufficiale della cooperativa.

E a Verni, ad accogliere l’assessore con un banchetto di prodotti tipici della zona, c’era proprio tutto il paese, tra cui anche numerose coppie giovani che hanno scelto di vivere in questo angolo di montagna recuperando l’antica tradizione della lavorazione delle castagne oppure dedicandosi alla produzione di miele, peraltro apprezzato e premiato.

Fonte: Regione Toscana

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