In Toscana 500 mila ettari di superficie agricola sono in stato di abbandono. Antonio De Concilio di Coldiretti: “Necessario riconoscimento sociale, culturale ed economico delle campagne”.
Su un totale di 1 milione e 300 mila ettari sono 8oo mila gli ettari di superficie agricola utilizzata con seminativi, coltivazioni legnose agrarie, prati permanenti, terreni destinati al pascolo, vivai e castagneti da frutto. Quindi sono circa 500 mila gli ettari di superficie agricola non utilizzata e in stato di abbandono, sui quali la coltivazione potrebbe facilmente riprendere con pratiche agricole ordinarie, che con il tempo andrebbero a incrementare il già nutrito patrimonio di boschi che a livello regionale conta 1 milione e 200 mila ettari. Sono questi i dati emersi dall’ultimo Censimento agricolo in Toscana.
In occasione dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra celebrata il 22 aprile in tutto il mondo, Coldiretti Toscana ha messo in luce lo stato dell’uso del suolo nella nostra regione. “Molte le cause – dice Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – tra le quali gli attacchi degli animali selvatici agli allevamenti, la concorrenza sleale di carne e formaggi stranieri spacciati per nazionali e il massiccio consumo di suolo che in Italia ha ridotto drasticamente gli spazi verdi e i tradizionali percorsi lungo i fiumi fino ai pascoli di altura storicamente usati anche per la transumanza delle greggi”.
L’abbandono delle terre rende il territorio più fragile ed esposto ai cambiamenti climatici con periodi siccitosi che si alternano a piogge intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che in Toscana il 100% dei Comuni è a rischio frane e alluvioni, secondo elaborazioni di dati Ispra.
“Per proteggere la terra e i cittadini che ci vivono si deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile– sottolinea Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. La soluzione è garantire un giusto prezzo per i prodotti agricoli, eliminando le distorsioni all’interno delle filiere e la concorrenza sleale delle importazioni da paesi stranieri e assicurando una piena trasparenza dal campo alla tavola, estendendo a tutto il cibo in commercio l’obbligo dell’origine in etichetta”.
Fonte: Coldiretti Toscana
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