La manifestazione davanti alla sede della Provincia in occasione del Global Strike. Tra i promotori ISDE, Wwf, Bio-Distretto del Montalbano e Alleanza Beni Comuni.
PISTOIA – No all’ampliamento delle aree vocate a vivaismo. In occasione del Global Strike di venerdì 15 marzo un sit – in di protesta è stato convocato davanti alla sede della Provincia di Pistoia da un gruppo di associazioni, tra cui Alleanza Beni Comuni Pistoia, Bio-Distretto del Montalbano, Wwf e ISDE Medici per l’Ambiente.
Due mesi fa il Consiglio provinciale aveva respinto, giudicandole “non accoglibili” o “non pertinenti”, le osservazioni alla Variante del Piano Territoriale di coordinamento per l’estensione delle aree vocate al vivaismo presentate da circa 50 soggetti tra cittadini, partiti e associazioni.
“Non reputiamo accettabili le motivazioni addotte dalla Provincia – dichiarano in una nota congiunta i promotori del sit-in del 15 marzo – in particolare per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e il principio del diritto alla salute, che la Provincia non ritiene degne della minima valutazione.
Riteniamo inoltre che il contenuto della Variante sia fortemente incompatibile con le finalità della Regge regionale sul governo del territorio. Pertanto sarà richiesta alla Regione la pronuncia della Conferenza Paritetica composta dalla stessa Regione e dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali, al fine di rimettere in discussione i contenuti della suddetta variante.
Non è più tollerabile un’agricoltura che inquina e non rispetta la vita. La Provincia, che si dovrebbe adoperare per la difesa dei beni comuni e della salute, difende invece i profitti e gli interessi di pochi con il previsto ampliamento delle aree vocate a vivaismo. Come certificato dall’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale, il vivaismo è una delle principali cause dell’inquinamento delle nostre acque e ampliarne l’estensione significa solo peggiorare ulteriormente la già fortemente compromessa situazione determinata da un uso intenso di diserbanti e pesticidi, tossici per l’uomo e pericolosi per l’ambiente”.
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