Possono bastare pochi passi in un bosco o un momento di quiete sotto la grande chioma di un pioppo
di Dario Boldrini
Forte come una quercia, longevo come un olivo, antico come un Ginkgo biloba oppure romantico come un ciliegio… La vita degli alberi nelle loro espressioni e caratteristiche botaniche rappresenta il simbolo della vita di un essere vivente perfetto. In loro è custodita l’energia universale di Madre Terra che attraverso le radici nutre il tronco e si irradia al cielo con i rami e la chioma. Nel ciclo perpetuo delle stagioni si evolvono e si adattano ai cambiamenti climatici e alle violenze dell’uomo con incondizionata benevolenza. Sì, perché gli alberi sono creature viventi che oltre a permettere la nostra esistenza sul pianeta si rivelano attraverso spiriti di natura a chi è disposto ad ascoltarli e amarli. Secondo i miti e le tradizioni delle antiche culture di tutto il mondo è in loro che dimorano gli esseri elementari appartenenti ai piani sottili dell’esistenza, dove stanno le energie, le emozioni, i sensi.
Sia in ambito pedagogico con la diffusione di molte scuole nel bosco sia in quello sociale con la crescente attenzione al verde pubblico, lo sviluppo di orti urbani, la rigenerazione di spazi aperti alla ricerca di un contatto dimenticato con la natura, è in atto un rinnovamento virtuoso. Siamo nati per relazionarci ai cicli universali e biologici della natura e restare in armonia con la coscienza di Gaia, nel rispetto dei principi ecologici che permettono a tutti gli esseri viventi la vita e la resilienza. E chi meglio di un albero può aiutarci in questo percorso alla scoperta di una nuova consapevolezza?
Non si tratta di un’idea, una moda o una curiosità estemporanea ma di un richiamo. L’amore per la natura così tanto ignorato torna magicamente a far germogliare semi di cambiamento nelle coscienze di tutti noi.
La nostra percezione è profondamente influenzata da sistemi di credenze, metodi scientifici e protocolli razionali. Tanto che riteniamo la Natura un insieme di oggetti e di risorse invece che una creatura vivente con un linguaggio autentico e perenne. Ma per fortuna abbiamo esempi come quello di Julia Butterfly Hill, salita sulla cima di una sequoia per fermare l’abbattimento delle foreste oppure come Nalini M.Nadkarni che ha dedicato la sua vita allo studio diretto delle relazioni fra esseri umani e alberi, o ancora i racconti di Hermann Hesse sul canto degli alberi fino alle poesie di Franco Arminio che vibrano come foglie al vento. Anche William Shakespeare nei suoi versi assoggettava il processo di guarigione dell’essere umano ai rami sofferenti del salice, cantante e pietoso. Ma uno degli esempi più luminosi di empatia fra l’uomo e l’albero fu quello di Vincent Van Gogh durante il periodo in cui era chiuso in manicomio e dipinse olivi perché per lui rappresentano la vita, il divino e il ciclo della vita. La relazione tra uomo e natura nei suoi dipinti di raccoglitori di olive e la forza di quelle chiome d’argento danzanti nel cielo che sono l’esempio di come gli individui, attraverso l’interazione con la natura, sono in grado di connettersi con il divino.
E allora cosa aspettiamo a scoprire quale albero risuona in noi e può aiutarci a stare nel presente, insegnarci perfino a centrarci un po’, ritrovando il nostro spirito profondo? Possono bastare pochi passi in un bosco o un momento di quiete sotto la grande chioma di un pioppo. Un giardiniere planetario sa che anche nell’ascolto solitario del genius loci vi è un ampio significato che ci unisce tutti. Il suo nome scientifico Populus ad esempio, che deriva da Arbor populi ovvero l’ ”Albero del popolo”, perché a occhi chiusi, in silenzio, sotto di lui possiamo sentire nel fruscio delle sue foglie al vento l’applauso della folla, cioè di un popolo.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove, insieme alla compagna Elisa, ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
Aggiungi un commento