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Scarlino, dopo la bocciatura dell’inceneritore Legambiente guarda al futuro

Foto da www.scarlinoenergia.it
Foto da www.scarlinoenergia.it
Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente: “Una modalità di smaltimento pericolosa e ormai datata”.  Sguardo rivolto a riqualificazione e sostenibilità.

 

FOLLONICA – SCARLINO (Gr) – Accogliendo il ricorso dei Comuni di Follonica e Scarlino il Consiglio di Stato ha annullato l’autorizzazione alla riapertura dell’inceneritore di Scarlino. Legambiente interviene sulla questione con una nota. L’inceneritore, secondo l’associazione ambientalista, rappresenta un grave rischio per l’ambiente e la salute. A dirlo non sono solo i sindaci dei due Comuni, i cittadini, i comitati e le associazioni ambientaliste ma anche il Consiglio di Stato. La bocciatura dei giorni scorsi “costituisce senza alcun dubbio una svolta epocale che consente a tutto il territorio di guardare al futuro con speranza. La sentenza, però, rappresenta solo un punto di partenza. E’ necessario uno sviluppo in chiave sostenibile e salvaguardare i lavoratori”.

“Finalmente è arrivato il segnale che tanto aspettavamo. Lo stop del Consiglio di Stato all’inceneritore di Scarlino – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – ha una valenza cruciale nella nostra battaglia in difesa della salute dei cittadini e della tutela ambientale. I cittadini e gli amministratori avevano parlato chiaro: l’inceneritore non serve e non deve essere riattivato. La loro battaglia giudiziaria ha trovato un riscontro positivo e di ciò non possiamo che dirci soddisfatti. Adesso – ha continuato Gentili – è arrivato il momento di puntare con forza sull’economia circolare, la raccolta differenziata spinta, il turismo, l’agricoltura sostenibile, le energie rinnovabili e la salvaguardia del patrimonio ambientale. Sono questi gli elementi che rappresentano il futuro della nostra Maremma ed è proprio da questi elementi che dovrà prendere il via una rinnovata azione politica”.

“Basta pensare agli inceneritori che, com’è noto, rappresentano una modalità di smaltimento pericolosa e ormai datata. L’area industriale del nord della provincia – ha concluso Gentili – ha estrema necessità di un processo di riqualificazione che deve passare attraverso un percorso che metta al centro la sostenibilità.”

Fonte: Legambiente

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