Il programma GECO studia come produrre energia geotermica sostenibile con tecnologie innovative già sperimentate con successo in Islanda. L’Università di Firenze tra i partner europei.
Impianti geotermici a emissioni zero: è questa la sfida e l’obiettivo di un progetto di ricerca europeo appena avviato, finanziato con 16 milioni di euro, a cui partecipa anche l’Università di Firenze con il Dipartimento di Ingegneria Industriale.
Il progetto si chiama GECO, cioè “Geothermal Emission COntrol” (controllo delle emissioni della geotermia) e ha come obiettivo contribuire alla produzione di energia geotermica sostenibile e senza impatto ambientale con tecnologie innovative.
Il metodo che il gruppo, composto da 18 partner europei – fra quelli italiani anche l’azienda aretina Graziella Green Power e il CNR, intende studiare e applicare è il confinamento sicuro delle emissioni gassose degli impianti nel sottosuolo.
Alcune di queste tecniche sono state sviluppate e testate con successo in Islanda; GECO dovrà dimostrarne l’efficacia e l’applicabilità anche economica per poterle poi diffondere nel resto del continente.
Nel programma di GECO ci sono quattro siti in cui saranno sperimentate le tecnologie: un serbatoio basaltico ad alta temperatura in Islanda; un serbatoio di roccia (gneiss) ad alta temperatura in Toscana, a Castelnuovo Val di Cecina (Pi), nel cuore della geotermia toscana; un serbatoio vulcanico-clastico ad alta temperatura in Turchia; un serbatoio sedimentario a bassa temperatura in Germania.
“La soluzione, sperimentata con successo in un impianto pilota in Islanda – spiega Giampaolo Manfrida, coordinatore del team UNIFI insieme a Daniele Fiaschi – prevede che i gas siano catturati e dissolti in una corrente di acqua, che viene reiniettata nel serbatoio. I gas acidi disciolti aiutano a migliorare la permeabilità delle rocce e favoriscono la fissazione definitiva del carbonio sotto forma di minerali. Questo garantisce il sequestro integrato dell’anidride carbonica e delle emissioni inquinanti, con notevoli benefici per l’ambiente rispetto alle soluzioni applicate oggi”.
Il progetto GECO, infine, prevede anche momenti di studio e seminari interdisciplinari destinati a formare geologi, ingegneri, ricercatori e operatori del settore verso la geotermia sostenibile.
Fonte: ARPAT
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