Il nuovo sistema frutto del progetto triennale LIFE Re Mida. Con l’ossidazione biologica del metano effetti benefici per l’ambiente. Sperimentazioni a Castiglion Fibocchi e Monticiano.
La gestione delle discariche in esaurimento in Toscana ha trovato la sua chiave di volta: sono “sistemi filtranti” a base di compost. Il nuovo sistema, frutto del progetto triennale LIFE Re Mida finanziato dalla Commissione europea – è stato inserito nelle nuove Linee guida regionali sviluppate al termine del progetto portato avanti dal team di ricercatori toscani del Waste Valorization Group del Dipartimento di Ingegneria Industriale.
Grazie alle nuove Linee Guida che indicano nella biofiltrazione una possibile soluzione ai problemi legati alla gestione del gas di discarica, la Toscana è la prima regione in Italia a individuare una risposta a una tematica attuale e finora difficile da risolvere, dispendiosa e inquinante. La modalità “green” è il risultato di tecnologie innovative per gestire al meglio il gas a basso potere calorifico che fuoriesce e sperimentare un’alternativa alla combustione quando questa, a causa della riduzione della produzione di biogas e del metano presente al suo interno, risulta non praticabile.
I rifiuti accumulati in discarica, in condizioni anaerobiche, producono infatti gas metano, inizialmente in quantità e qualità tali da consentirne il recupero a fini energetici. Ma con il passare degli anni nelle discariche esaurite la concentrazione di metano nel biogas si riduce, al punto da rendere né tecnicamente né economicamente sostenibile la sua combustione ai fini del recupero energetico.
La tecnologia individuata è la biossidazione, ossia l’ossidazione biologica del metano. In pratica, i batteri metanotrofi che vivono, a determinate condizioni, in un biofiltro a base di compost trasformano il metano in anidride carbonica, riducendo di 28 volte l’impatto sull’effetto serra del metano originario. I test svolti in questi tre anni hanno dimostrato anche altri benefici ambientali dovuti all’uso della della biofiltrazione rispetto alle tecniche tradizionali: riduzione dei composti odorigeni fino al 70%, riduzione degli impatti sul global warming del 70%, riduzione dell’ossidazione fotochimica, ossia delle sostanze inquinanti alla base dello smog fotochimico, del 60% e infine riduzione del fenomeno dell’acidificazione delle piogge del 90%.
Il progetto è stato avviato a gennaio 2016 con un budget di 855.000 euro, di cui 513 mila di cofinanziamento europeo. Gli impianti su cui è avvenuta la sperimentazione sono le discariche Podere Il Pero a Castiglion Fibocchi (Arezzo) e Le Fornaci a Monticiano (Siena).
Fonte: Regione Toscana
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