Rifiuti e riciclo

I volontari puliscono chiesetta dell’anno Mille trasformata in discarica

Quarrata_pulizia chiesetta San Biagio
Un intervento del circolo Legambiente di Quarrata d’accordo con Alia e il parroco don Alessandro. Rifiuti persino intorno all’altare e sulle lapidi del piccolo cimitero.

 

QUARRATA (Pt) – I muri in rovina di un’antica chiesetta possono essere ancora pieni di fascino e raccontare tanta storia. Ma non se sono stati trasformati in discarica.
I volontari di Legambiente Quarrata, con l’accordo del parroco don Alessandro e di Alia, sono intervenuti per ripulire e bonificare tutto il terreno intorno alla vecchia chiesa di San Biagio in via Bocca di Gora e Tinaia, ormai diroccata.

Quarrata_pulizia chiesetta San Biagio_1San Biagio, oratorio dal 1080 e poi dal 1165 vera e propria chiesa, sconsacrata e in stato di completo abbandono, era già stata oggetto nel corso degli anni di atti vandalici e ruberie. Oggi è una discarica a cielo aperto. Durante l’intervento di ripulitura i volontari di Legambiente Quarrata hanno trovato rifiuti di ogni genere, dal materiale edile ai sanitari, dagli abiti alle carcasse di animali in putrefazione, e poi quantità industriali di vetro, elettrodomestici e pezzi meccanici, pile, batterie e persino amianto. I rifiuti erano sparpagliati perfino sulle tombe del piccolo cimitero, senza nessun rispetto per la morte, rovesciati lungo tutto il perimetro e anche all’interno.

Dopo l’ultimo crollo, avvenuto nel 2014, il recupero della chiesa ormai appare difficile, e perdere un pezzo di storia del territorio è già di per sé un fallimento. Ma “aggiungervi lo scempio offendendolo anche con la nostra inciviltà, riversandovi la spazzatura , è decisamente intollerabile – commentano i volontari di Legambiente sulla loro pagina Facebook –  L’altare circondato da cocci di vetro e sacchetti di rifiuti imputriditi, i marmi sommersi da piastrelle e piatti rotti, le lapidi spezzate sotto il peso dei copertoni dovrebbero farci indignare, invece stavano lì, sotto gli occhi di ognuno di noi che giravamo lo sguardo altrove”.
I volontari hanno fatto quello che potevano. Adesso lanciano un duplice appello: alla comunità, perché si prenda cura dei suoi tesori dimenticati; agli enti preposti, perché si trovino i fondi per un consolidamento e un restauro almeno parziale, dopo che la richiesta fatta dal Comune e dalla Curia è caduta nel nulla. E magari la piccola chiesa dissestata, dove è passata tanta parte di storia della comunità, potrà sopravvivere ancora per un po’.

I volontari che hanno partecipato all’intervento: Daniele Manetti, Ilaria Pierattoni, Lara Credidio, Benedetta Vellas, Roberto Trinci, Massimo Gori, Marco Gori, Marco Antonio Ascani, Fausto Dalì.

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