Basterebbe una delibera per tenere fuori prodotti e imballaggi monouso che deturpano e inquinano le nostre coste. Appello anche alla Grande distribuzione: vendete solo materiali riciclabili.
di Legambiente Arcipelago Toscano
ISOLA D’ELBA (Li) – Le Isole Tremiti, che fanno parte a terra e mare del Parco Nazionale del Gargano, hanno conquistato le pagine di tutti i giornali nazionali dicendo che faranno una cosa che Legambiente chiede da anni di fare ai sindaci dei Comuni elbani: una delibera che dal primo maggio vieta l’utilizzo di tutte le stoviglie di plastica, bicchieri e bicchierini per la birra e il caffè e contenitori monouso. Alle Tremiti saranno in vendita solo materiali biodegradabili che Legambiente Arcipelago Toscano e pochi altri usano con successo all’Elba da diversi anni.
Per quanto riguarda le bottiglie di plastica, il sindaco delle Tremiti ha detto che «essendo un’isola, è un esperimento ancora complesso da orchestrare: ma magari arriveremo anche a quello. Stiamo vedendo il nostro mare ucciso giorno dopo giorno dall’uomo e dovevamo fare qualcosa subito». Mentre alle Tremiti si pensa al futuro e a eliminare le bottiglie di plastica, all’Elba chi imbottigliava l’acqua solo in vetro ha deciso di entrare nel passato e di imbottigliare in plastica…
Intanto nessuno sa che fine hanno fatto gli impegni presi solennemente nel 2012 con il progetto “Elba Plastic Free” da Provincia di Livorno, Comuni dell’Isola d’Elba, ESA, ASA, Autorità portuale, Associazioni di categoria del commercio e del turismo, Ente parco dell’Arcipelago Toscano e che prevedeva: «Riduzione della produzione dei rifiuti all’Isola d’Elba, con particolare riferimento agli imballaggi in plastica (bottiglie e buste), attraverso l’attuazione di alcune azioni dimostrative» e in particolare che ne sia stato dello «specifico protocollo d’intesa» sottoscritto da Comuni, Provincia e Parco il 23 maggio 2012 per l’attuazione delle tre azioni pilota di progetto: «Azione 1 – RIUSAMI: riduzione dell’utilizzo di shopper usa e getta, attraverso la promozione dell’utilizzo di borse riutilizzabili. Azione 2 – FONTI DELL’ELBA: riduzione del consumo di acqua e bibite in bottiglie a perdere, attraverso la promozione del consumo dell’acqua di rete, l’installazione e valorizzazione di fontanelli di acqua di alta qualità, la promozione dell’installazione di erogatori di acqua di rete presso gli esercizi commerciali dell’isola, la valorizzazione delle “Fonti dell’Elba”. Azione 3 – MARCHIO “MENO RIFIUTI – ELBA PLASTIC FREE”. Definizione e applicazione di un marchio “Meno rifiuti/Elba plastic free” per il pubblico esercizio, il negozio, la struttura ricettiva e lo stabilimento balneare che applicano buone pratiche di prevenzione dei rifiuti. Azione trasversale – Realizzazione della campagna di comunicazione “Elba plastic free”».
Di tutto questo non si è visto niente, a meno che non siano state normative nazionali ed europee a imporlo.
Mentre iniziative come Vele Spiegate di Legambiente e Diversamente Marinai e “10.000 Mani per l’Elba” e i dati del CNR sul vortice di plastica a nord dell’Elba e tra la Corsica e Capraia dimostrano quanto l’Elba e l’intero Arcipelago Toscano siano particolarmente colpiti da un fenomeno globale, i nostri amministratori comunali sembrano non avere la stessa percezione della gravità del problema che ha dimostrato il sindaco delle Isole Tremiti. Eppure l’Elba, proprio per la sua insularità, potrebbe e dovrebbe essere un luogo privilegiato per diventare un esempio da seguire di comportamenti virtuosi, sostenibili e all’avanguardia. Invece ha finora perso molte, troppe occasioni, magari rinunciando a proseguire progetti che altri hanno copiato con successo. Come hanno dimostrato le Tremiti e diciamo da anni, basterebbe una delibera per tenere fuori prodotti e imballaggi monouso che deturpano e inquinano le nostre coste, il nostro mare e la nostra biodiversità
Nei prossimi giorni Legambiente e i ragazzi delle scuole superiori elbane che hanno partecipato al progetto Opin presenteranno un decalogo per trasformare in Ecofeste le iniziative elbane utilizzando stoviglie biodegradabili e altre buone pratiche, ma già ora il Cigno Verde dell’Arcipelago Toscano torna a chiedere ai sindaci elbani e al Parco Nazionale di prendere la testa del movimento per salvare il mare a cominciare dai suoi luoghi più fragili ed esposti: le isole. Per farlo basta seguire l’esempio dato dal minuscolo Comune delle Tremiti, basterebbe che almeno qualche sindaco elbano avesse il “coraggio” di approvare una delibera che metta al bando quel che non è necessario, sostituendo le stoviglie di plastica con quelle biodegradabili, qualcosa che già esiste, che è accessibile a costi ragionevoli e che andrebbe anche a beneficio della raccolta differenziata e quindi dell’economia pubblica e delle famiglie.
Lo stesso chiediamo di fare alla grande distribuzione organizzata, ai supermercati che all’Elba spuntano come funghi e fanno grossi affari con i turisti grazie al richiamo del nostro mare: diventate un po’ più sostenibili, rinunciate alla plastica monouso e vendete solo materiali riciclabili, restituendo all’ambiente parte di quel che vi frutta, visto che fra l’altro non ci rimettereste un solo centesimo.
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