La sfida è di conoscerne meglio le caratteristiche per proteggerle dal rischio di estinzione. Lavoro concentrato su quattro famiglie botaniche.
PISA – Sono 1400 le piante endemiche italiane, presenti cioè solo nel nostro territorio. Il dato ci rende il terzo Paese più ricco di diversità vegetale dell’area mediterranea. Tuttavia, si sa ben poco di molte di queste specie: spesso una descrizione morfologica di massima e poco più. Per colmare questa lacuna e contribuire alla protezione di queste piante è appena partito un progetto (PRIN) dell’Università di Pisa finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) che per i prossimi tre anni coinvolgerà le università di Genova, Camerino, Napoli Federico II, Palermo e Cagliari.
“Le piante endemiche rappresentano la componente di maggior valore di una flora ma sono spesso soggette a un elevato rischio di estinzione – spiega il professor Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa, che coordina il lavoro –Per poterle tutelare efficacemente dobbiamo prima conoscerne meglio le caratteristiche“. Uno degli obiettivi del progetto è quello di aggiornare lo stato di rischio delle specie studiate secondo gli standard dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, una onlus riconosciuta dall’ONU impegnata nel conservare la biodiversità a livello mondiale.
La sfida, infatti, è di accumulare nuove conoscenze per circa il 10 per cento della flora endemica nazionale integrando vari metodi di indagine sistematica fra cui analisi distributive, morfologiche e genetiche, in modo da quantificare affinità e differenze tra le varie specie. Tra le piante che saranno studiate l’Armeria denticulata (specie endemica dei rilievi di Toscana e Liguria. Appartiene a un genere che conta ben 17, fra specie e sottospecie, endemiche italiane) e la Santolina pinnata (specie endemica delle Alpi Apuane in Toscana, appartenente a un gruppo di specie affini che conta 6 specie endemiche italiane).
Per dare l’avvio ufficiale ai lavori il 25 marzo si sono ritrovati a Pisa Gianluigi Bacchetta (Cagliari), Paolo Caputo (Napoli), Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci (Camerino), Gianniantonio Domina (Palermo), Luigi Minuto e Gabriele Casazza (Genova). I vari partner hanno stabilito di concentrare il lavoro su alcuni gruppi appartenenti a quattro famiglie botaniche particolarmente ricche di specie endemiche (Asteraceae, Caryophyllaceae, Fabaceae e Plumbaginaceae) fra cui i generi Armeria (‘Spilloni’), Dianthus (‘Garofani’), Ptilostemon (‘Cardi’) e Santolina (‘Crespoline’).
Fonte: Università di Pisa
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