L’associazione di categoria chiede risarcimenti per intero dei danni diretti e indiretti e un intervento autorizzativo affinché chiunque sia munito di licenza di caccia possa salvare le proprie coltivazioni.
Non bastano le recinzioni, come non bastano i tavoli di confronto e le cabine di regia, che dopo mesi di allarmi non hanno prodotto alcun risultato. E’ un attacco durissimo quello sferrato da Confagricoltura Toscana: “Gli ungulati in Toscana stanno devastando il lavoro degli agricoltori. C’è chi pensa che per salvarli servano delle riunioni, noi ci siamo stufati delle chiacchiere – dice Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana – mentre la fatica quotidiana delle nostre imprese viene buttata all’aria senza alcun risarcimento”.
L’associazione di categoria chiama in causa la Regione Toscana, i Comuni e gli ATC – Ambiti Territoriali di Caccia. Secondo i dati in suo possesso nella sola provincia di Siena, nel 2017, sono stati accertati danni da capriolo per oltre 3600 quintali di uva, pari a circa 290 mila euro.
L’unica soluzione che si prospetta è quella di misure drastiche: “Abbiamo bisogno di un intervento immediato autorizzativo affinché chiunque, munito di licenza di caccia, possa salvare le proprie coltivazioni dagli ungulati”, spiega Miari Fulcis. Non solo, Confagricoltura chiede dei risarcimenti per intero dei danni diretti e indiretti provocati dagli ungulati. “È compito in primis della Regione Toscana intervenire subito dopo la fallimentare legge obiettivo che non ha portato i risultati sperati. Non si tratta di schierarsi dalla parte degli animali o dalla parte dell’agricoltura, qui si mette in discussione la conservazione di un equilibrio biologico che attualmente è minacciato”. L’associazione chiede infine il supporto di tutti i suoi associati per segnalare la presenza degli animali sul territorio e poter fare una stima sulla densità di ungulati.
Fonte: Confagricoltura Toscana
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